Armonie d’Arte Festival, quando la cultura fa gruppo e promuove sviluppo

Armonie d'Arte Festival

Mi piace quando un’organizzazione si apre al territorio, e si mette a dialogare con i vari attori per potersi confrontare apertamente con i vari attori, ascoltarne i rimandi, le critiche e gli spunti.

Oggi la direzione artistica di Armonie d’arte festival, la fondazione culturale che cura la rassegna artistica all’interno della fantastica cornice del parco archeologico Scolacium, ha voluto incontrare la stampa, ed il mondo della comunicazione, proprio per aprire un tavolo di confronto. Io mi ci sono un po’ imbucato, a dir la verità, ma era tanta la curiosità di osservare questo processo così innovativo, e molto interessante.

La discussione è stata piena di rimandi e tra l’altro condotta molto bene dall’Art Director stessa, che è riuscita a cogliere e trasformare in suggerimenti costruttivi tutto ciò che emergeva dalla discussione. Un ottimo esempio di conduzione democratica e promotrice di processo.

Io naturalmente mi sono limitato ad osservare, e mi permetto ora, attraverso questo breve contributo, di restituire alcune delle cose che mi sono risuonate e che forse potrebbero essere utili.

La psicologia oltre che le persone, può aiutare le organizzazioni, analizzarne i processi organizzativi, favorire le dinamiche comunicative interne ed esterne, intervenire su criticità collegate all’immagine trasmessa, fornire supporto e nuovi spunti costruttivi per generare sviluppo e nuove narrazioni.

In questo festival s’intrecciano molti significati inconsci di portata molto suggestiva: l’arte e la storia che gli fanno da cornice sono caratterizzanti più di quanto si possa immaginare. La storia stessa di Skylletion, la prima città fondata su quelle dolci colline, ha dato un’importanza enorme al suo teatro prima ed al suo anfiteatro poi. Da millenni l’arte ha permeato quelle antiche mura! Pensate, che già all’epoca gli impianti avrebbero potuto ospitare comodamente l’intera popolazione cittadina, chiaro segno che da sempre la città ionica era stata concepita come crocevia di viandanti e fortemente vocata ad attrarre e promuovere cultura e spettacoli: anche i nostri antenati avevano ben chiaro il senso che la cultura avesse per la popolazione tutta e l’economia dell’insediamento.

La basilica che fa da contraltare a molti spettacoli “Santa Maria della Roccella”, era stata concepita come faro della nuova dominazione Normanna, esempio fulgido e monumentale del loro dominio anche in campo spirituale, ma nel corso del tempo si trasforma, diventa fortificazione, tanto che oggi molti lo chiamano ancora il “Castello”, e guarda caso, oggi risorge ancora rinnovato, nuovo faro e “fortezza” sì, ma per la difesa della cultura diventando simbolo per promuovere questa rinascita necessaria.

La direzione artistica della fondazione ha capito molto bene quanto ci sia bisogno di fare gruppo, sinergia, rete tra gli innumerevoli attori che ne possono favorire e possono giovare del successo e dell’indotto del festival. La cultura per la Calabria deve essere motore di sviluppo. Il mondo del turismo può e dovrebbe far rete per approfittare dell’offerta culturale. Se un settore cresce, cresciamo tutti.

Anche la scuola può fare la sua parte in questo: così come spesso si va a far prevenzione, potrebbe essere un buon luogo dove far promozione, collaborando a generare interesse, sensibilità, intervenendo sui programmi musicali ad esempio, narrando la storia sconosciuta ai più del parco, generando attività collaterali integrative, per coinvolgere poi anche le famiglie.

Come in un domino, tutti siamo connessi, ogni tessera è importante, e nessuno può sentirsi escluso, ma invece di cadere, qui tutti potrebbero trarne benefici concreti, solo se si fa Gruppo.

 

Se volete saperne di più, sul parco e la sua storia, che è la nostra storia, consiglio a tutti di guardare il servizio di Rai Storia, stupendo e illuminante: Italia: Viaggio nella bellezza. Le tante vite di una città della Calabria